3°CONGRESSO REGIONALE SNAMI LOMBARDIA

venerdi 13 – sabato 14 – domenica 15 giugno 2014

COMO

PALACE HOTEL

Lungo Lario Trieste 16

E’ questa l’impressione, dopo la “tre-giorni” del III Congresso SNAMI Lombardia svoltosi nelle giornate di venerdì, sabato e domenica 13-15 giugno 2014 presso l’Hotel Palace di Como. Le idee del Governatore non coincidono con quelle dei suoi Assessori e neppure con quelle dei Consiglieri Regionali che si occupano di Sanità. I CReG non sembrano funzionare molto bene, ma si maneggiano statistiche e “risultati” perché è assolutamente imperativo e necessario dimostrare che sono una grande idea e rappresentano una grande innovazione! (Sennò chi glielo dice ai cittadini/elettori??….) Su tutto incombe l’applicazione dell’articolo 1 della famigerata “Balduzzi”, una Legge nata già vecchia che la Regione Lombardia, per bocca dell’allora Assessore Melazzini, si era impegnata a portare in Corte Costituzionale (ma si sa: i politici fanno sempre promesse da marinaio!). Comunque, a livello nazionale si sta procedendo a rinnovare l’ACN con fortissime penalizzazioni per i MMG. A livello lombardo ci si dibatte tra una certa ripulsa (giustificatissima) per le aggregazioni funzionali e strutturali e l’obbligo di applicare la legge e il futuro ACN. Il risultato è una fitta nebbia: si naviga a vista e pazienti e medici sono davvero confusi!

Veniamo ad un breve resoconto di quanto è successo, a cura delle Dott.sse Luciana Bovone, Maria Grazia Manfredi e Maria Teresa Zocchi.

Nel pomeriggio del 13 giugno ha avuto luogo una interessante Tavola Rotonda dal titolo “Negoziare oggi tra etica e economia: in generale e in tema di salute”. Ha aperto i lavori il nostro Presidente Regionale Roberto Carlo Rossi che non si è fatto sfuggire l’occasione per esprimere le proprie critiche sul nuovo Codice Deontologico e sull’approvando nuovo Giuramento professionale partoriti dalla FNOMCEO, Giuramento ove il medico non deve avere particolari doti morali al di fuori della sua professione e deve eseguire sempre e comunque i diktat provenienti dai funzionari e dai Giudici anche quando sono palesemente in contrasto con le norme deontologiche stesse.
Alla Tavola Rotonda, moderata da Mauro Miserendino, giornalista esperto della materia, sono intervenuti due esponenti estranei al mondo medico: il prof. Bertirotti, antropologo e il prof. Prigioni, esperto di geopolitica ed ex Ambasciatore. Costoro, tra l’altro, hanno sottolineato il fatto che quando si va a trattare è necessario che entrambe le parte siano oneste ed abbiano intenti e scopi limpidi. Cosa che, purtroppo, non si può proprio dire pensando alla parte pubblica in molte trattative in campo sanitario che stanno avendo luogo in questo tempo di crisi, nel nostro Paese. I prof Bertirotti e Prigioni hanno anche sottolineato la mancanza nell’attuale società di giusta etica, trasparenza e fiducia nei rapporti interpersonali giocati a vari livelli, compresi i tavoli di trattativa sindacale. Proprio in riferimento all’ultimo confronto sindacale Nazionale è intervenuto Angelo Testa, Presidente Nazionale SNAMI, che ha relazionato sulle novità presentate ieri da SISAC: Ruolo Unico, nuove Aggregazioni Funzionali e/o Strutturali, H 16 con la ridefinizione del 118 e la sua uscita dalla convenzione di MG.

E’ seguito ampio dibattito relativo a questi argomenti ed è emerso quanto importante sia che l’intera categoria medica  resti unita nella difesa della propria autonomia e dignità, indispensabili per una buona presa in carico del paziente.

 

Nel pomeriggio di sabato 14 giugno 2014 si è tenuta una tavola rotonda (ancora moderata dal Dott. Stucchi) con i medici italiani che si occupano di trattativa regionale e/o nazionale: la Toscana, ci racconta il segretario SNAMI di Firenze Sergio Baglioni, è sempre in una situazione particolare, da prima della classe. Già pronta sulla carta, per ora ancora a carattere sperimentale e con adesione volontaria, l’H 16, suddivisa in due “turni” di 8 ore, con lavoro a rapporto orario nelle ore notturne  e di giorno ADI, ADP, assistenza al cronico e cure intermedie. Rimarrà il rapporto di fiducia, ma il rischio è che al Medico titolare di scelte possano venire richieste integrazioni in regime di rapporto orario. Probabilmente con il ruolo unico si farà davvero tutto tutti. Un altro colpo al rapporto di fiducia: le scelte potrebbero essere trasferite all’AFT, e non sarebbero più del singolo medico.

Parlando della realtà Siciliana, il dott Pecora, Presidente SNAMI Catania, ricorda l’esperienza più  che drammatica della ricetta elettronica, definita come una “violenza fisica e psichica”. Riferisce l’esperienza fallimentare della dispensazione diretta da parte dell’azienda  dei farmaci ad alto costo, e l’incredibile necessità di un PT redatto dal MMG per ogni scatola di rosuvastatina prescritta!

E’ poi la volta dell’ospite dott Enzo Scafuro, Segretario Regionale lombardo SMI che sottolinea l’importanza del lavoro svolto con SNAMI Lombardia ai tavoli provinciali e regionali e auspica di riuscire a portare anche a  livello nazionale la capacità di intraprendere strade comuni. Bisogna bloccare la “regionalizzazione spinta”, salvaguardare la personalità e l’indipendenza del Medico per il bene del Cittadino. Siamo in attesa, sempre secondo la legge Balduzzi, delle ipotesi di AFT nelle diverse ASL, in assenza a tutt’oggi di indicazioni nazionali. Ma il Cittadino non avrà comunque alcun vantaggio in questo scenario futuro.

E’ poi la volta del Piemonte, con un nuovo intervento del Presidente Nazionale Angelo Testa: anche qui l’accordo sulla ricetta elettronica dematerializzata è cosa fatta; anche qui le future AFT assorbiranno tutte le risorse aggiuntive a causa del ruolo unico. Ricorda Testa, infatti, il rischio che i Medici a quota oraria e a quota capitaria finiscano per fare lo stesso lavoro, magari in ambulatori strutturati con le risorse di cui sopra, in cui  saranno presenti servizi delle AFT destinati a essere usati da tutti i colleghi.

L’ultima sessione di sabato è dedicata a “Problemi dell’Aggiornamento Permanente: Evoluzione e nuove frontiere ECM”, viene moderata da Adriano Bampa e Mauro Miserendino. Il primo intervento è di Rita Cambieri, che da anni si occupa di aggiornamento professionale. Il ruolo del MMG, cambiato e evoluto negli anni, non può prescindere dall’ aggiornamento permanente; la formazione è valore professionale, arricchimento, strumento di cambiamento, che innalza il livello di qualità del professionista e deve essere processo che dura tutta la vita professionale. La dottoressa Cambieri spiega le modalità di accreditamento, il ruolo dei provider, le regole, i compiti, le responsabilità e pone l’accento sull’importante ruolo delle organizzazioni sindacali.

Alessandro Colombo, della Scuola di Medicina Generale di EUPOLIS Lombardia, spiega l’importanza del ruolo regionale nella formazione e ricerca. Ancora una volta è fondamentale capire come affrontare e risolvere la dimensione della cronicità: non si può pensare solo a un adattamento del sistema, ma è necessaria una sua rivisitazione completa, che tenga conto del ruolo importantissimo del MMG. La formazione deve prevedere anche conoscenze sui servizi alle famiglie, sulle politiche sociali, su quelle sanitarie e socio-sanitarie; è necessario ripensare la scuola triennale per  MMG,  individuare leve di coinvolgimento per i diversi attori, tendere verso la definizione di una rete. Il fine di tutto ciò deve essere il recupero del paziente inteso come persona. Viene infine proposta una sfida che ci piace molto: la possibilità che venga di nuovo preso in considerazione l’aspetto vocazionale dei giovani che decidono di accostarsi alla nostra professione.

Sergio Bovenga, presidente CoGeAPS e Presidente dell’Ordine dei Medici di Grosseto, riferisce di come il Cogeaps certificherà i crediti ECM dei vari professionisti della salute, attraverso gli Ordini professionali e i Collegi. Mostra il difficile percorso intrapreso alcuni anni fa dal Consorzio e la sfida di certificare un numero così elevato di crediti professionali. Riferisce in merito al fatto che i primi certificati relativi all’assolvimento degli obblighi formativi dei professionisti nel triennio 2011-2013 sono stati appena inviati agli Ordini dei Medici. Osserva che le regole per il triennio 2014-16 non sono ancora state codificate in via definitiva dalla Commissione Nazionale per l’ECM e questo non è affatto un bene per i professionisti perché è come se al ventesimo minuto di una partita di calcio l’arbitro finalmente spiegasse le regole del gioco!

Nella mattinata di domenica 15 giugno, i dottori E. Del Sordo (Direttore Generale dell’ENPAM), U. Tamborini (Segretario dello SNAMI Milano e Consigliere Segretario dell’Ordine di Milano), L. Daleffe (Fondo Sanità) hanno presentato le loro relazioni su vari argomenti previdenziali.

E’ quindi seguita una interessantissima tavola rotonda moderata dal giornalista Vitaliano d’Angerio e da Giancarlo Pizza (Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna) su previdenza obbligatoria e complementare. Dalla discussione successiva agli interventi è emersa fondamentalmente l’imprescindibile necessità di assoluta trasparenza relativamente alla gestione del patrimonio di beni mobili e immobiliari dell’ENPAM. I numerosi esempi citati di ritardi o rifiuti di chiarimenti e di informazioni alimentano la sfiducia dei medici (anche dei più giovani, che invece dovrebbero preoccuparsi di previdenza fin dall’inizio della loro professione) nei confronti del proprio ente pensionistico. E’ stata inoltre ribadita la necessita’ di ridurre le spese eccessive che caratterizzano la gestione dell’ENPAM. Rimane ferma la convinzione, espressa dal dott R.C. Rossi, che chi gestisce dei fondi pensionistici abbia l’obbligo morale di considerare un fatto fondamentale: i denari amministrati rappresentano la vita lavorativa dei medici, con tutte le fatiche e i sacrifici connessi. Il dott Rossi si e’ infine dichiarato contrario alla commistione attualmente presente tra ENPAM e “Fondo Sanità” e ha affermato che, sempre per una questione di trasparenza, sarebbe auspicabile che il fondo complementare avesse una vita propria. A conclusione della mattinata la dott.ssa Luciana Bovone ha ricordato che le donne medico che non hanno ancora un’occupazione stabile, in caso di gravidanza percepiscono un contributo minimo di soli 800 euro circa e che sarebbe assolutamente opportuno adeguare questo importo ormai non più dignitoso.

 

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15 marzo Dott. Scivoletto